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Il club della prima volta


di aramis2
01.06.2020    |    12.529    |    10 9.5
"Lui si lamentò come una puttana quando ingoiai il cazzo fino alle palle, assaporando il gusto della sua pelle pulita ed il profumo dalle sue palle..."
“Usciamo di qui. Dissi al mio nuovo amico.
Il club era colmo di giovani uomini seminudi e sudati che si muovevano in una musica assordante.
Questo succedeva sei o sette anni fa quando ero ancora all’università, quando sono arrapato alla ricerca di un giovane culo da scopare, so che i club gay sono il modo più veloce e più facile per trovare ciò che voglio.
Non appena lo vidi capii che il ragazzo era un nuovo venuto in quel luogo. Era là da solo, in un angolo al livello superiore e si guardava intorno in un misto di paura e confusione. Il timbro rosso sul dorso della mano lo indicavano come ‘Under 21’, quindi doveva essere tra i diciotto ed i venti anni. Sembrava più giovane, una faccia da bambino; piccolo con un corpo smilzo.
Era estate inoltrata, quindi la sua abbronzatura avrebbe potuto essere naturale. Avrei voluto vedere se aveva una linea di abbronzatura, ma me ne sarei reso conto abbastanza presto.
Mi diressi verso di lui ed il suo panico mentre mi avvicinavo aumentò. Io stavo facendo mentalmente una lista di tutte le cose che avrei fatto una volta che l’avessi avuto nudo e nel mio letto.
“Usciamo di qui” Fu il mio esordio. Lui mi guardò, troppo confuso per rispondere.
Alla nostra destra un ragazzo magro stava servendo l’uccello di un bel fusto. Guardando il giovane prendere ogni centimetro del grosso cazzo me lo fece diventare immediatamente duro.
Presi il pivello per le spalle e lo feci girare in modo che potesse vedere cosa si stava perdendo.
“Questo è quello che voglio che tu faccia a me.” Gli dissi.
In quel momento il fusto esplose riempiendo di fiotti di sborra spessa la bocca del ragazzo.
Il ‘mio’ ragazzo era sbalordito, lo guidai fuori del club fino al parcheggio. La temperatura ed il livello di rumore diminuirono notevolmente quando fummo fuori.
“Hai la macchina?”
Lui accennò col capo. Io non volevo perderlo di vista: “Prenderemo la mia macchina. Ti riporterò domani mattina così potrai andare a casa.”
Lo lasciai assimilare quello che avevo detto per un minuto, guardando la sua faccia mentre la sua mente tentava di pensare a quello che sarebbe successo tra quel momento e l’alba.
“Non so.” Disse, più spaventato di quando avevo posato gli occhi su di lui.
Gli afferrai l’inguine, era più rigido di me.
“Penso che accetterai. Comunque quanti anni hai?”
“Diciannove. E tu?”
“Ventisette e carico di esperienza. Sei mai stato con un ragazzo?”
“Poco.”
Giungemmo alla mia macchina.
“Io sto per andarmene e vorrei che tu venissi con me. Ti darò un minuto per deciderti. La portiera sul lato passeggero è aperta.”
Salii in macchina e l’avviai.
Pensavo che stesse valutandomi ma, passato un secondo lasciò che fosse il suo pene a decidere e scivolò in macchina.
Partii verso casa mia.
Il tragitto durò dieci minuti e nessuno parlò.
Parcheggiai e scesi. Lui mi seguì come un cucciolo impaurito.
Aprii la porta e lo feci entrare. Una volta che ebbi chiuso pensai che fosse ora di cominciare.
Mi girai e mi avvicinai, avvolsi le braccia intorno alla base della sua schiena e cominciai a baciarlo.
Lui resistette un po’, ma appena la mia lingua aprì le sue labbra e cominciò ad esplorare la sua bocca, lui si rilassò. Afferrai il bordo della sua camicia, gliela sfilai dalla testa e la gettai sul pavimento.
Tornai a baciarlo mentre mi avviavo verso la camera da letto. Calciai via le scarpe poi lottai per togliergli le sue mentre ci avvicinavamo sempre più alla camera da letto.
Poiché lui non prendeva l’iniziativa, mi strappai la camicia, lasciando che potesse dare una bella occhiata al mio torace sodo.
Facevo palestra, avevo pettorali ed addominali sviluppati e coperti da corti peli biondi.
Mentre lui mi guardava io esaminai il suo corpo. Non era eccessivamente muscoloso, era magro e sodo, completamente liscio e delizioso da guardare.
Presi uno dei suoi grossi capezzoli scuri tra pollice ed indice e gli diedi un pizzicotto.
Lui si lamentò leggermente. Lo presi per un polso e lo tirai nella camera da letto.
Mi sedetti sull’orlo del letto e carezzai il suo torace nudo scendendo ai suoi jeans. Avevano la patta con bottoni e li slacciai facilmente. Indossava mutande bianche che erano troppo strette per il suo uccello che doveva essere di rispettabili dimensioni a giudicare dalla protuberanza curva di fronte alla mia faccia. L’aiutai ad uscire dai suoi jeans e mi alzai per aiutarlo a togliere i miei.
Io non portavo biancheria intima, così il mio uccello balzò fuori come un martello, puntando verso l’ombelico sexy del ragazzo.
Mi sedetti sul letto e gli tolsi le mutande mettendo la bocca sul suo pene non appena fu libero.
Una bella area bianca della forma delle sue mutande era l’unica parte del suo corpo che non era abbronzata.
Lui si lamentò come una puttana quando ingoiai il cazzo fino alle palle, assaporando il gusto della sua pelle pulita ed il profumo dalle sue palle. Lo succhiai per un po’ spingendolo in mezzo al letto.
Era prossimo ad eiaculare ma non glielo permisi.
“Non ancora!” Gli dissi mentre mi sedevo sul suo torace puntando il mio grosso pene alle sue labbra piene e sexy: “Hai mai succhiato un uomo?”
“N... no.” I suoi occhi sbarrati mentre fissava la mia erezione.
“Apri la bocca.” Non aspettai che aprisse le labbra, vi spinsi contro la cappella gocciolante e lentamente cominciai a spingergli l’asta in bocca. Fu molto bravo prendendo circa trequarti del mio attrezzo senza soffocare nemmeno una volta.
Cominciai a muovermi dentro e fuori della sua bocca, scopandogli la faccia, facendogli prendere un po’ più di me ogni volta che scivolavo di nuovo dentro di lui. Con un po’ di pratica riuscì a prenderlo sino alle palle, tossendo un po’ quando la grossa radice del mio uccello aprì quelle labbra sexy.
Sentii arrivare il mio orgasmo e scivolai fuori mettendo il cazzo bagnato sulla sua faccia. Lui non si aspettava lo sperma e balzò un po’ indietro mentre io mi scaricavo sopra il suo giovane viso grazioso.
Tentò di asciugarselo via, ma io gli unii le braccia dietro la testa.
“Non ancora. È così eccitante su di te.”
Tenendogli le braccia, leccai via un po’ della mia sborra dalla sua faccia, poi gli baciai collo e spalle.
Scesi ad uno dei suoi capezzoli scuri e lo succhiai, godendo del modo in cui lui si contorceva quando mordicchiai la tenera carne.
Mi alzai e presi un asciugamano pulito, ce n’era una piccola pila vicino al letto. Asciugai delicatamente il mio carico dalla sua faccia cercando di non farlo cadere sulle lenzuola.
“È stato divertente.” Borbottò girandosi e tentando di pescare le sue mutande sul pavimento.
“Cosa stai facendo?”
Chiesi.
“Mi riporterai al club?”
Ora era sdraiato sulla pancia, il culo più perfettamente rotondo che avessi mai visto era a pochi centimetri dalla mia faccia.
“Non devi ancora andare via, posso ancora venire molte volte.”
Allungai le mani e presi le perfette lune del suo culo, aprendole.
La sua fessura era quasi senza peli, salvo per una piccola spira scura intorno al buco. Cominciai a soffiare delicatamente sul suo bocciolo.
Reagì favorevolmente aprendolo e chiudendolo leggermente.
Gli aprii di più il sedere e pigiai la punta della lingua contro il suo buco.
Il ragazzo divenne selvaggio e cercò di scivolare via.
Afferrai la cima delle sue cosce e cominciai un rimming, mi tornò duro mentre gli davo quel piacere intenso.
“Oh mio dio, per favore fermati!”
Si lamentò tentando di togliersi.
“È così bello!”
“E ha anche un buon sapore. Così fresco e così pulito.”
Mi mossi in giù e spremetti le sue noci lisce.
“Sei mai stato scopato?”
“No!”
Ansimò e ricominciò a lamentarsi non appena la mia lingua tornò ad appoggiarsi alla sua fessura vergine.
Proseguii il rimming per alcuni minuti e poi gli dissi di aprire il cassetto del comodino accanto al letto. Lui allungò esitante una mano e lo aprì. Estrasse una piccola bottiglia di lubrificante ed una striscia di preservativi. Mi diede il tutto senza una parola.
Lacerai la confezione del preservativo con i denti. Lo srotolai sopra il mio cazzo duro, ci schizzai sopra generosamente il lubrificante per prepararlo. Poi ne misi un po’ sul suo buco stretto e cominciai a massaggiarlo, spingendolo ad aprirsi con un dito.
“Maledizione, sei veramente vergine.”
Il suo culo era stretto, ma cominciò a rilassarsi quando spinsi dentro il dito più profondamente. Ce ne feci scivolare dentro un secondo, cercando di far rilassare l’anello stretto. Il primo dito trovò il suo punto del piacere facendogli rabbrividire tutto il corpo per il piacere.
“Se pensi che sia bello, aspetta di sentire com’è bello sentire il mio uccello.”
Estrassi le dita e pigiai la punta del pene contro il suo buco.
Ci volle un po’ perché si rilassasse, ma poi riuscì a prenderlo.
Quando fui dentro per metà, portai le mani sotto il suo torace e raggiunsi i suoi capezzoli pizzicandoli.
Lui si lamentò e rilassò, lasciando entrare il resto del mio uccello.
“Che bel culo!”
Mi lamentai godendo del suo modo di stringere e mungermi.
Dapprima lo scopai lentamente, aumentando la velocità man mano che si abituava ad avere la mia asta dentro di sé.
Lo scopavo mentre era sdraiato sulla pancia, poi lo alzai a quattro zampe in modo da poterlo masturbare mentre picchiavo nel suo culo.
“Sto pervenire.”
Gli dissi sentendo arrivare il secondo carico di quella sera.
Lui tentò di masturbarsi, ma io spinsi via la sua mano.
“Tu verrai quando te lo dico io.”
Dissi perfidamente.
Con un sorriso lo feci girare sulla schiena.
Il suo uccello puntava al soffitto della camera da letto e cominciai a stuzzicarlo con la lingua.
Io sono un esperto nel portare i ragazzi vicino all’eiaculazione senza permettere loro di venire.
Pensai che sarebbe stato impossibile con un ragazzo così giovane, ma riuscii a tenerlo sull’orlo.
Il mio cazzo era ancora sodo così presi un altro preservativo. Dopo averlo srotolato, feci di nuovo scivolare il suo giovane culo sul mio pene.
Lui si lamentò, la sensazione del mio uccello che strofinava contro il suo punto di piacere era insopportabilmente piacevole.
Questa volta lo scopai più forte, il suo culo era più abituato alla mia grossa verga.
Gli alzai le gambe e le spinsi indietro fino ad avere le ginocchia quasi alle orecchie. La sua erezione era sulla sua faccia e sapevo che questa era la posizione che volevo quando gli avrei permesso di scaricarsi.
Sapevo che vi era vicino, sentivo il suo culo che palpitava intorno al mio uccello, sfidandomi di nuovo ad eiaculare. Lo estrassi quasi completamente e poi lo sbattei dentro fino alle palle. Proprio quando scivolai dentro, lui cominciò a lamentarsi di piacere ed il suo cazzo cominciò a sparare.
Glielo posizionai nell’angolo giusto in modo che il suo sperma si vuotasse nella sua bocca.
Tre sprizzi del suo piacere ed io sentii che stavo venendo di nuovo; il suo culo si contraeva come una morsa, praticamente succhiando lo sperma fuori di me.
A quel punto eravamo ambedue esauriti e non pensavo che sarei stato in grado di venire in breve.
Mi sdraiai e lui scivolò accanto a me, abbracciati restammo senza parlare.
Prima che il sole sorgesse lo scopai altre due volte e ci facemmo anche fatti un pompino a vicenda.
Non ho mai saputo il suo nome e non ero sicuro di rivederlo. Ma so che non avrà un’altra prima notte e sono contento che il ragazzo l’abbia passata con me.
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